La mortalità evitabile durante la pandemia

MEVi2024Il biennio dell'epidemia di COVID-19

Nel biennio 2020-2021 i decessi correlabili a cause contrastabili con interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria sono quantificabili, a livello nazionale, in poco meno di 100.000 casi annui, dato in linea con il triennio immediatamente precedente.

L’epidemia di COVID-19, tuttavia, ha avuto un impatto (diretto o indiretto) sensibilmente disomogeneo sulle diverse cause di morte, afferenti o meno all’area della mortalità evitabile; a titolo di esempio, alcune strategie per il contenimento della diffusione del virus come il lockdown hanno comportato una riduzione degli incidenti stradali con un effetto visibile nell’immediato; di contro, i gravi problemi organizzativi causati dallo straordinario contesto prodotto dalla pandemia hanno comportato ritardi nella diagnosi di patologie trattabili se affrontate tempestivamente, con presumibili riflessi che saranno riscontrabili anche nel medio-lungo periodo.

Nel cartogramma regionale sono riportati i giorni perduti std pro-capite per mortalità evitabile per regione (maschi e femmine) in media annua nel periodo 2020-2021, con valori che variano dal 13,3 del Trentino Alto Adige al 19,7 della Campania.

MEVi2024Per lo stesso indicatore in quasi tre quarti delle province si rileva un valore che varia tra 14 e 18 a fronte di una media nazionale di 16; la consueta classifica MEV(i) stilata per il complesso dei generi e sul biennio 2020-2021 vede Trento, Treviso, Rimini su valori inferiori ai 13 giorni perduti per mortalità evitabile contro gli oltre 20 registrati nei territori del Sud Sardegna e del Siracusano fino agli oltre 21 rilevati nella provincia di Napoli (cfr figura).